La foto è di due anni fa e rappresenta il faro di Noordwijk aan Zee in Olanda, ripreso in una nitida e gelida mattina d’inizio gennaio.

Ma solo ora, per una singolare coincidenza, mi sono reso conto del motivo per cui questa fotografia avesse continuato a suscitare in me per tutto questo tempo, una inspiegabile sensazione di alterità rispetto al Mare del Nord e all’Olanda che conosco bene, evocando invece l’Oceano Atlantico e le coste del New England e del Maine, luoghi che non ho mai visitato di persona e che conosco solamente attraverso la fotografia, il cinema, la letteratura.

E la pittura.

Ed è stato infatti attraverso una strana ed improvvisa associazione d’idee fra i quadri del pittore italiano Felice Casorati, sul quale stavo facendo delle ricerche, e quelli del pittore statunitense Edward Hopper, che ho capito che cosa rievocasse in me quella fotografia.

Quella foto era una sorta di citazione inconscia delle opere di Edward Hopper, e in particolare di uno dei suoi quadri più famosi, ‘Il faro di Two Lights‘ del 1929.

The Lighthouse at Two Lights, E. Hopper (Photo credit: edwardhopper.net)

Quel giorno c’era una particolare luminosità nell’aria e una qualità della luce così limpida da sembrare quasi liquida, che riverberava i colori e i riflessi del mare nel cielo e nell’ambiente circostante.

Senza che me ne rendessi conto, quella mattina di due anni fa, sulle spiagge sconfinate e le immense dune nei pressi di Noordwijk aan Zee in Olanda, luoghi che hanno ispirato i pittori della Scuola dell’Aia a fine Ottocento, in quelle particolari condizioni di luce e spazio, avevo colto e catturato un frammento del mio immaginario visivo e pittorico che si era palesato nella realtà contingente di quel momento e di quel luogo.

E adesso, dopo due anni, ne ho preso coscienza.